Skip to main content

IL TATUAGGIO PUBBLICITARIO: ADV DEGLI ANNI 2000

LOGO, MARCHIO, BRAND, TATTOO, ADVERTISING E SCONTI PAZZESCHI!!!

Ciao e bentornato/a su bambum, io sono Antonio e ti auguro buona lettura.
Quando finirai di leggere, lasciami un commento o scrivimi in privato un tuo parere su questo articolo, così da permettermi di migliorare la qualità dei miei contenuti.
Ma non perdiamoci in chiacchiere e iniziamo subito a parlare dell’argomento di oggi che, visto il titolo, sembra una trashata fotonica: il tatuaggio pubblicitario.

Tatuaggio de che??

Iniziamo facendo un minimo di chiarezza per i neofiti.
Cosa c’entrano Advertising e Tatuaggi, marchi a fuoco, e loghi?
Apparentemente nulla, ma vagando nei meandri di Google mi sono imbattuto in una cosa che avevo totalmente rimosso dal mio cervello: il tatuaggio pubblicitario, ma andiamo con ordine.

Il marchio è un segno o simbolo grafico che determina l’appartenenza di persone, animali o oggetti a un gruppo di persone più ampio o a un singolo privato.
Da sempre le persone sono organizzate in gruppi – strutture sociali – possono essere parte di una tribù, di una religione, di una comunità o di un’ideologia, basti pensare ai marinai e ai carcerati che per anni hanno fatto del tatuaggio un segno distintivo.

Ed è proprio il tatuaggio ad essere uno dei marchi più utilizzati per distinguere i diversi gruppi di appartenenza, il tatuaggio e le sue varianti; come il marchio a fuoco, la scarificazione, l’incisione.

Tatuaggio pubblicitario: un manifesto vivente!

Questi marchi sono applicati ovunque, sulle forme di Grana Padano, sulle vacche, sui maiali, dietro l’orecchio o la gamba dei cani, sui contenitori di olio, sui fogli di carta Fabriano, sulle suole delle scarpe di cuoio, sui portafogli di pelle, sulle lettere chiuse con la ceralacca.

Il marchio o segno riprodotto su un corpo – umano, animale o oggetto – stabilisce l’appartenenza di quel corpo ad un gruppo di persone o a un privato.

Nel quarto capitolo del libro Brand 111 (di Elio Carmi ed. Fausto Lupetti Editore) si porta come esempio l’organizzazione criminale giapponese della Yakuza, in cui il tatuaggio svolge un ruolo fondamentale.

Questo gruppo di criminali ha come tradizione quella di tatuarsi ampie zone del corpo che però restano celate sotto gli abiti – una sorta di vestito sotto i vestiti. Non si hanno moltissime informazioni sulla Yakuza ma scrollando la pagina dedicata di Wikipedia, pare che in tutte le palestre e le piscine del Giappone siano presenti cartelli che vietano l’ingresso a chi ha tatuaggi – non essendo mai stato in Giappone, non posso né confermare né smentire.

Come lasciare il segno:

Logo, Marchio, Brand sono termini che a volte utilizziamo in modo scorretto, sono termini che danno l’idea di essere intercambiabili ma non sempre è cosi.
Il logo è un segno, un simbolo che serve a rappresentare un brand e può essere una scritta, un pittogramma o un ideogramma, una commistione di questi oppure una sintesi delle iniziali del nome.

Potremmo dire che il logo è l’immagine più semplice e immediata del brand, come la mela di Apple o le lettere “MI” della cinese Xiaomi (per la par condicio citiamo sia iOS che Android così siamo tutti più amici).

Il brand è la marca, il nome di un gruppo o ente o azienda e il marchio è un simbolo grafico o segno. A volte il marchio può essere anche un logo ma non è detto che sia sempre così, lo è per il Parmigiano Reggiano ma non lo era per il numero identificativo dei cani che prima era tatuato, ora invece è un microchip.

Torniamo a parlare di tatuaggi e segni di appartenenza.

Il tatuaggio (e per vicinanza) anche il body painting, oltre che essere una pratica artistica, una moda, un modo per dichiarare un senso di appartenenza, un segno distintivo di unicità, diventa pubblicità, advertising.

Il tatuaggio è un segno, o simbolo, o marchio, che identifica l’appartenenza a un clan, a un gruppo, a una religione e da qualche anno è anche utilizzato come ADV e il media su cui viene pubblicata la pubblicità è il corpo su cui viene tatuato il logo dell’azienda in questione.

David la Chapelle nel 1999 scatta la foto Lil’Kim: Keeping it Real per Atlantic Records. Nella foto si vede la rapper/attrice che indossa una cappello a cuffia Luis Vuitton e nient’altro, tutto il corpo è coperto da un body painting del pattern della nota casa di moda. Sempre nel 1999 questo scatto è utilizzato per la copertina di novembre del magazine Interview.

Una trovata originale?

Certamente, ma non è l’unico esempio che possiamo trovare in rete.

L’8 febbraio 2012 il sito repubblica.it posta un’articolo che titola “il marchio tatuato sul corpo in cambio di uno sconto”.

La Marc Ecko Enterprises promette il 20% di sconto a vita per tutti i clienti che, presentandosi alle casse degli store (all’epoca solo in USA e Portorico), mostrano il tatuaggio di uno dei due loghi del brand.

I due loghi tra cui scegliere sono una forbice e un rinoceronte ma bisogna sceglierne solo uno perchè l’offerta non è cumulabile e il tatuaggio poteva essere fatto su una qualsiasi parte del corpo (non voglio pensare a tutti gli anziani che si sono tatuati le chiappe).

Potrà sembrare eccessivo, trash o stupido, ma a pensarci bene, è molto più comodo fare un tatuaggio piuttosto che ricordarsi ogni volta di mostrare la Fidelity Card per ricevere lo sconto del nostro brand preferito.

Nulla si inventa, tutto si modifica, tutto cambia, tutto deve cambiare in nome del progresso.

Nel 2014 Reebok cambia look con un nuovo logo, un delta rosso che parla dei tre cambiamenti positivi che lo sport permette di raggiungere: miglioramento dello stato fisico, dello stato mentale e dello stare in società.

L’agenzia di comunicazione svedese The Viral Company ha pensato al claim “Pain is temporary, Reebok is forever” che tradotto sarebbe “il dolore è temporaneo, Reebok è per sempre” e ha basato la nuova campagna di marketing così: durante la “Tough Viking Race”, una corsa ad ostacoli che si è tenuta a Stoccolma, è stato allestito un temporary store in cui era possibile tatuarsi il nuovo logo Reebok.

I fan tatuati hanno avuto diritto a kit di prodotti dal valore di €545,00, per chi si è aggiudicato il tatuaggio più grande e più bello e più vistoso e più spettacularis ha vinto una sponsorizzazione di un anno da spendere nei negozi Roobok, del valore di €4.360.

Regaloni cicciosi per tatuaggi vistosi, che ganzi ehh!

Grazie per aver letto questo post, se ti è piaciuto puoi condividerlo o lasciare un commento.

 

    Hai letto la Privacy-Policy?* Ovviamente!